lunedì 16 luglio 2012

LOMBARDIA, TENIAMO ALTA LA NOSTRA BANDIERA.


L’identità, come anche la democrazia, viene dal basso, di questa come di altre buone regole di vita dovrebbero rendersene conto anche i partiti italiani che governano Palazzo Lombardia, sempre più coinvolti in scandali che oltre a delineare un quadro sempre più fosco della nostra politica portano soprattutto discredito nei confronti di tutta la comunità lombarda.
L’attuale classe politica lombarda, pare ormai delegittimata e scollegata dalla realtà che vive ogni comune cittadino, e anche le recenti polemiche sulla bandiera lombarda lo confermano.
Questa stucchevole polemica bipartisan che da un po’ di tempo a questa parte imperversa nei confronti della nostra bandiera, la croce di San Giorgio, ha veramente dell’incredibile. I lombardi non meritano e non vogliono che un fatto naturale e quanto mai normale come il diritto alla propria bandiera si presti a becere strumentalizzazioni all’italiana.
Ancora una volta i rappresentanti (politici) – ormai non si sa bene esattamente di chi – hanno letteralmente perso il senso del rispetto nei confronti della terra che dovrebbero rappresentare.
In questo senso come pro Lombardia Indipendenza non possiamo tacere e facciamo appello al buon senso, se ne è rimasto, augurandoci che finalmente e senza polemiche si giunga ad una definitiva approvazione di quello che da più di otto secoli è il vessillo lombardo per eccellenza.
Sempre in merito ai simboli pare un momento particolarmente caldo, se da una parte il “fattaccio” ossia mancanza di buon gusto nei confronti della nostra identità si sia ridotto a polemica politica, dall’altra (e cosi è stato anche per il passaggio alla Tesoreria Unica che ha privato i comuni lombardi dei propri risparmi) il governo italiano dal suo canto sta de legittimamente facendo molto di più, e di ben più grave.
Pare infatti che la premiata ditta guidata da Mario Monti sia intenzionata a voler far tornare indietro la Storia di novant’anni, quasi al ventennio fascista verrebbe da pensare.
Infatti come di recente hanno riportato le maggiori agenzie di stampa, in questi giorni è in fase di studio un decreto messo a punto dalla Commissione cultura del governo italiano, tale decreto vuole imporre l’obbligatorietà dell’Inno di Mameli nelle scuole ed istituire “una giornata dell’Unità, della Costituzione e della bandiera quale festa dello Stato”.
È chiaro che questa operazione miri ad imporre un’identità straniera come quella italiana alle future generazioni lombarde a partire dai primi anni di vita. Oltre all’antidemocraticità, questo atto pare del tutto maldestro e fuori dal tempo: l’agire in questi termini non fa che confermare quanto il Moloch Italia sia ormai giunto agli sgoccioli.
Anche in questo senso, pro Lombardia Indipendenza vigilerà e sarà pronta ad intervenire qualora vengano attuati comportamenti denigratori e lesivi del diritto d’esistenza dell’identità lombarda.
Nello stesso tempo da indipendentisti e uomini liberi faremo sì che queste imposizioni antidemocratiche e liberticide, che sembrano pronte a calare sulla nostra gente per mezzo del potere centrale italiano, trovino la giusta e democratica risposta.
Abbiamo ampiamente superato il terzo millennio, e con esso molti popoli si sono liberati dal giogo centralista ed altri si stanno sempre più rendendo conto di come il futuro passi, solo e soltanto, per mezzo del l’autodeterminazione e la riscoperta di ogni specifica nazionalità.
Tale passaggio è una cosa naturale ed in linea coi bisogni culturali ma anche economici, il tutto nell’ottica di una miglior esistenza.
Crediamo che lo stesso valga anche e soprattutto per i lombardi. Per troppo tempo abbiamo pensato che ciò non fosse possibile, per troppo tempo abbiamo demandato le decisioni ad un potere scollegato dal nostro modo di ragionare, lavorare e vivere.
E’ giunto il tempo di camminare con le nostre gambe e ragionare con la nostra testa, perché lo vogliamo e perché possiamo.
E’ giunto il tempo di pensare seriamente all’indipendenza della Lombardia.

14 marzo 2012
di ALESSANDRO CERESOLI
pro Lombardia Indipendenza



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